Sentiero del Centenario
GRUPPO MONTUOSO: Gran Sasso
PUNTO DI PARTENZA: Km 5,8 della SS17 bis di Campo Imperatore (1800 m)
VERSANTE DI SALITA: E
DISLIVELLO IN SALITA: 1900 m
TEMPO COMPLESSIVO: 10 h
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 39 km
PERIODO CONSIGLIATO: Estate
PUNTI DI APPOGGIO: Nessuno
TIPO DI PERCORSO: Alpinismo estivo
DIFFICOLTÀ: F (tratti di ferrata e numerosi passaggi di II grado non attrezzati)
DATA DELLA SALITA: 25 settembre, 2021
Alle 05:30 di questa splendida notte stellata inizia il nostro viaggio dal Km 5,8 della SS17 bis di Campo Imperatore… in effetti quello che ci aspetta ha proprio le caratteristiche di un’avventura, di quelle raccontate da Jack Kerouac nei suoi romanzi, in cui si va avanti senza avere una meta precisa. In realtà il nostro progetto ci è ben chiaro ma ce lo teniamo per noi, ragionando un passo alla volta. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa, quasi per scherzo, ed ora proviamo a realizzarlo. Proviamo è il termine esatto perchè si tratta di un’autentica impresa: già il Centenario di per sé lo è, ma noi vogliamo chiedere qualcosa in più al nostro fisico e soprattutto alla nostra mente.
Di buon passo iniziamo la nostra salita a Vado di Corno che raggiungiamo in appena 15 minuti. E’ ancora buio e la sagoma bellissima e imponente del Corno Grande si lascia solo accarezzare. Procediamo in direzione E seguendo il sentiero ben marcato, sempre con passo deciso. Alle 06:45 tocchiamo la prima vetta di giornata, il monte Brancastello.
I tiepidi colori dell’alba rubano pian piano la scena al buio della notte. Ci aspetta ora una piccola discesa che affrontiamo di corsa fino al Vado di Piaverano. Da qui in un baleno ci troviamo sotto la ferrata delle Torri di Casanova (07:15). Breve sosta per alimentarci e per indossare casco e imbrago.
La ferrata è uno spasso…
Si prosegue ora per cresta con numerosi saliscendi che richiedono piede stabile e concentrazione. Alle 08:00 raggiungiamo la Forchetta di Santa Colomba.
Si susseguono diversi tratti attrezzati con cavi e scalette, ora a destra ora a sinistra del filo, superando camini e crestine, sia in salita che in discesa. Luoghi magici, incontaminati, in cui regna sovrano il silenzio…
Eccoci sull’Infornace (08:45)!
Ci concediamo qualche minuto di pausa: la giornata è meravigliosa e noi ce la godiamo tutta perchè condividere queste passioni tra amici è solo un piacere. Il livello di sintonia è totale, a volte non serve neanche parlare per capirsi. Riprendiamo il cammino in direzione del Prena: prima si scende fino ad una sella e poi si risale con l’aiuto di qualche corda o con qualche passo di arrampicata. Alle 09:20 raggiungiamo la vetta…
Si riparte di nuovo in discesa verso il caotico e dirupato versante N; quindi si piega a destra e si prosegue più o meno in piano fino al Vado di Ferruccio (10:00). Da favola alcuni scorci sulla Nord del Camicia…
Dal Vado il sentiero diventa disagevole, a tratti scomodo e soprattutto ghiaioso. Con un po’ di attenzione, stando molto vicini, cerchiamo di non muovere le pietre su cui i nostri piedi sono costretti a danzare. Superato quest’ultimo canalino intravediamo la facile cresta che conduce in vetta al Camicia (11:00). Senza un attimo di pausa ci tuffiamo a perdifiato nel sottostante vallone di Vradda. In breve siamo a Fonte Vetica (12:00).
Abbiamo concluso il Centenario (19 Km con 1600 metri di dislivello) in appena 6 ore e mezza, meglio di ogni nostra previsione. Tornando all’inizio del racconto dicevo che qualche giorno fa avevamo parlato tra di noi di questa avventura chiedendoci se era il caso di portare due auto per compiere la traversata oppure ricorrere alle bici oppure affidarci unicamente alle nostre forze. Indovinate un po’? Nè auto né bici, torniamo al punto di partenza a piedi, lungo la statale, alternando corsa e camminata per 20 Km. Alla fine i chilometri saranno quasi 40 con un dislivello positivo di 1900 metri. Il tutto in 10 ore (soste incluse)! Decisamente niente male…
Concludo con un’osservazione personale: moltissime relazioni, anche autorevoli, descrivono il Centenario come un sentiero per escursionisti esperti attrezzati. A nostro avviso si tratta di un sentiero alpinistico a tutti gli effetti perchè ci sono diversi passaggi, talora esposti, di arrampicata (fino al II grado) che devono essere superati senza l’aiuto di cavi o scale. Se poi aggiungete la lunghezza e il dislivello ne viene fuori un itinerario riservato a persone decisamente esperte e molto allenate. Un autentico viaggio, anche dentro se stessi, per scoprire e superare i propri limiti.