Rifugi Fonte Tarì e Macchia di Taranta
GRUPPO MONTUOSO: Majella
PUNTO DI PARTENZA: Lama dei Peligni (mt. 743 slm)
VERSANTE DI SALITA: NE
DISLIVELLO IN SALITA: 1000 m
TEMPO COMPLESSIVO: 6 h
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 13 km
PERIODO CONSIGLIATO: primavera/estate/autunno
PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio Fonte Tatì e Rifugio Macchia di Taranta
TIPO DI PERCORSO: Escursionismo
DIFFICOLTÀ: nessuna
DATA DELLA SALITA: 20 maggio, 2018
L’escursione ha inizio dal parcheggio antistante l’area protetta del “camoscio d’abruzzo” di Lama dei Peligni. Per coloro che non sono pratici della zona, appena fuori dall’abitato di Lama dei Peligni proseguire per circa mezzo chilometro verso Palena per poi svoltare verso destra, imboccando una strada asfaltata che in poco più di un chilometro conduce ad una ampio parcheggio.
Dopo i consueti preparativi, ci addentriamo lungo il sentiero ben visibile e contaddistinto dalla segnaletica del parco con la sigla “H4”, che indica chiaramente la direzione per il Rifugio “Fonte Tarì”.
Il giro previsto per oggi è raggiungere dapprima il rifugio anzidetto, proseguire lungo la cresta che affaccia verso il vallone di Taranta fino ad una deviazione (a quota 1800 metri circa) che conduce sul fondo della valle per poi risalirla fino alla vecchia fontana, ormai in disuso, da dove, proseguendo verso sinistra lungo la traccia ben marcata e contrassegnata sempre dalla siglia “H4, si risale il fianco della vallata fino a raggiungere la cresta, riallaciandoci al famigerato sentiero delle “creste” che porta fino a Monte Amaro.
La squadra di oggi è alquanto numerosa; oltre allo scrivente (Terminator), ci sono Simonetta, Loris, Mimma, Michael e due nuovi giunti; il primo Daniele e l’altro uno sconosciuto incontrato per caso al punto di partenza e che usa, per i suoi spostamenti, un mezzo ormai insolito, un’ Ape 500 di colore rosso.
Una visione panoramica verso valle ed in primo piano l’abitato di Lama dei Peligni…
Con il salire della quota il bosco diventa sempre più rado.
Ormai manca poco per ragiungere la prima meta della giornata…
… infatti avvistiamo il rifugio!
Una breve pausa e di nuovo in cammino seguendo sempre l’itinerario “H4”.
Come indicato dalla segnaletica, in 15 minuti circa raggiungiamo il bivio che si riallaccia al sentiero di discesa verso la Grotta del Cavallone. Ci guardiamo intorno, valutiamo bene le condizioni meteo, che sembrano essere ancora abbastanza buone, quindi decidiamo di proseguire dritti verso il secondo bivio che porta sul fondo del vallone e che dovrebbe trovarsi poco più avanti…
… infatti lo raggiungiamo in meno di mezz’ora.
La traccia scende lungo il fianco della vallata fino a raggiungere il suo fondo, riallacciandosi al sentiero proveniente dalla Grotta del Cavallone.
In discesa verso il fondo della valle sotto l’occhio incuriosito di un camoscio…
… così si vede meglio!!!!!
Raggiungiamo il sentiero proveniente dalla Grotta del Cavallone ed iniziamo la risalita verso la vecchia fontana.
Ecco la famigerata fontana… anzi più che fontana si tratta di una pompa per pozzo con stantuffo a mano.
Una panoramica verso valle…
Risaliamo il fianco della vallata opposto a quello di discesa, fino a raggiungere la sommità da dove si intravede, poco sotto, il Rifugio Macchia di Taranta che si raggiungere in una mezz’oretta circa.
Le cime più alte della Majella iniziano a coprirsi di nubi che minacciano pioggia.
Il Rifugio Macchia di Taranta a quota 1.703 metri slm
Durante la sosta ristoratrice si presenta “Frida”, un cucciolo di razza “setter” che girovaga alla ricerca del padrone. E’ visibilmente stanca ed affamata. Riusciamo a rintracciare il proprietario tramite utenza telefonica incisa sul collare e gli diamo appuntamento al parcheggio dove si trovano le nostre auto per la restituzione dell’animale.
Alle 14:30 circa concludiamo la nostra fantastica escursione raggiungendo la strada statale dove si trova parcheggiata una delle nostre auto.
Relazione a cura di Alessandro
Bellissima escursione in ambienti molto suggestivi. Bravi! Ma di chi è quell’ape rossa? Chi è l’ospite misterioso?