Eremo di San Giovanni all’Orfento
GRUPPO MONTUOSO: Majella
PUNTO DI PARTENZA: Fonte Tettone
VERSANTE DI SALITA: Vari
DISLIVELLO IN SALITA: 500 m
TEMPO COMPLESSIVO: 4 h
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 13 km
PERIODO CONSIGLIATO: primavera inoltrata/estate/autunno
PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio M. De Marco (metri 1700 slm)
TIPO DI PERCORSO: Escursionismo
DIFFICOLTÀ: escursionistico (l'ultimo tratto prima di raggiungere l'eremo e l'ingresso allo stesso è riservato a persone esperte)
DATA DELLA SALITA: 13 maggio, 2018
Con l’instabilità astmosferica di questi giorni la scelta dell’itinerario non è cosa semplice. Si prevedono temporali a partire dalle prime ore del pomeriggio e la soluzione adatta per programmare un’uscita tranquilla e senza correre rischi di alcun genere, è quella di mantenersi il più lontano possibile da creste e cime. Alle ore 8 in punto parcheggiamo le auto lungo la S.P. che porta verso il Rifugio B. Pomilio e dopo i consueti preparativi, ci mettiamo in marcia. La meta odierna è l’Eremo di San Giovanni all’Orfento, luogo raggiungibile in un’ora e mezza circa, senza alcuna difficoltà tecnica (fatta eccezione del tratto finale prima di raggiungere l’eremo) ed in caso di improvviso mutamento delle condizioni meteo, il Rifugio M. De Marco, sito a metà percorso, è un ottima struttura da utilizzare come riparo. La squadra di oggi è composta dallo scrivente (Terminator), Giustino (GPS Tell), Simonetta (T2), Mimma, Loris e Michael.
La montagna, anche se con leggero ritardo, inizia ad assumere la caratteristica colorazione primaverile.
Il sentiero è ben marcato, contraddistinto da bandierine del parco e da omini in pietra che conducono con facilità fino al Rifugio De Marco, raggiungibile in meno di un’ora dal punto di partenza.
Orapi in abbondanza nei dintorni del rifugio. Per chi non lo conosce, l”orapo” (Chenopodium – bonus henricus) è uno spinacio selvatico di montagna che cresce in alta quota fino a 2000 metri circa. Si trovano nei pressi degli stazzi dove il passaggio delle greggi concima il terreno favorendone la crescita.
Per evitare spiacevoli inconventi durante la raccolta, Giustino esorta Mimma a prestare attenzione e a non raccogliere ortiche al posto di orapi.
Se vogliamo raggiungere l’eremo e tornare al punto di partenza senza farci sorprendere dalla piogga, dobbiamo rimetterci in marcia e camminare a passo spedito. Dal rifugio percorriamo la carrareccia per una mezz’oretta circa, fino a quando la segnalatica del parco indirizza verso l’eremo.
Il sentiero si addentra nel bosco ed inzia scendere di quota fino a quando alcuni passaggi su roccia, da non sottovalutare, specie in caso di pioggia, conducono alla base dell’eremo celestiniano di San Giovanni all’Orfento.
Per i meno esperti è consigliabile osservare l’eremo dal basso, almeno per ciò che si riesce a vedere. Infatti per accedere all’interno della grotta occorre risalire una gradinata intagliata nella roccia ed affrontare un passaggio molto esposto, da fare pancia a terra e trascinandosi con la forza di braccia e gambe.
Siamo all’interno di ciò che resta dell’eremo…
Una breve pausa e ci rimettiano di nuovo in cammino, ripercorrendo lo stesso itinerario dell’andata.
Le cime più alte della Majella iniziano a coprirsi di nuvole che annunciano l’arrivo del maltempo. In primo piano la “Mucchia di Caramanico“.
Alle 13,00 siamo di nuovo al punto di partenza.
Relazione a cura di “Alessandro”
Luoghi ricchi di fascino raccontati con grande maestria… Bravo Ale e bravi tutti!