Centrale Corno Grande – Via Gualerzi
GRUPPO MONTUOSO: Gran Sasso
PUNTO DI PARTENZA: Campo Imperatore (2130 m)
VERSANTE DI SALITA: NW
DISLIVELLO IN SALITA: 950 m
TEMPO COMPLESSIVO: 9 h
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 13 km
PERIODO CONSIGLIATO: Estate
PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio Franchetti (2433 m)
TIPO DI PERCORSO: Alpinismo estivo
DIFFICOLTÀ: PD (II-III grado)
DATA DELLA SALITA: 30 luglio, 2020
Per il semplice escursionista la vetta Centrale del Corno Grande rappresenta un autentico esame di laurea perchè la sua ascesa è di stampo assolutamente alpinistico: le difficoltà non vanno oltre il III grado ma la roccia non sempre ottima e la necessità di affrontare gli stessi passaggi anche in discesa aumentano la complessità dell’itinerario. In questa giornata meteorologicamente perfetta decidiamo di affrontare la via Gualerzi che risale la parete nord-ovest dalla conca del Calderone.
Partiamo da Campo Imperatore alle 07:15. Dopo aver superato la Sella di Monte Aquila, la Sella del Brecciaio, la Conca degli Invalidi e il Passo del Cannone raggiungiamo il ghiacciaio del Calderone.
Sono passati 16 anni dall’ultima volta che ho affrontato questa via… Di allora ricordo poco o nulla se non la bellezza dei luoghi e il gusto alpinistico della salita. Oggi vorrei trasmettere le stesse sensazioni ai miei compagni di cordata: un giovane amico, Loris, con il quale da anni condivido la stessa passione e mia figlia che di anni ne ha 14. Mentre consumiamo uno spuntino faccio un giretto perlustrativo per scoprire l’attacco della via. Dovrebbe esserci un sentiero segnato ma si vedono solo le bandierine della via che sale sulla Orientale. Allora mi sposto sulla destra costeggiando le rocce che fanno da contorno al ghiacciaio tenendo d’occhio la grande rampa-fessura che sale alla Forchetta Gualerzi. Siccome questa via è attrezzata per le discese in doppia cerco di individuare la presenza di qualche sosta… Eccola! Ci troviamo all’incirca nel punto di coordinate N42° 28′ 17.2″ E13° 34′ 07.7″ ad una quota di 2680 metri. Siamo pronti (ore 09:45)! La via da seguire è quella mostrata nella foto seguente:
Dalla sosta S1 inizio ad arrampicare lungo un canale di sfasciumi e detriti: le difficoltà sono modeste (I-II grado) ma viene giù di tutto… le prese non tengono, alla minima pressione si staccano rocce anche di dimensioni importanti. Vista la pessima qualità della roccia faccio sosta dopo circa 15-20 metri (quadratino blu tra S1 e S2) e recupero, nell’ordine, Sofia e Loris. Non ci perdiamo d’animo e decidiamo di proseguire nella speranza che le condizioni migliorino. Ancora per altri 15 metri la musica non cambia… raggiunta la sosta S2 trovo finalmente i segni della via ma soprattutto metto le mani su roccia di buona qualità. Ho ancora tanta corda a disposizione quindi decido di proseguire lungo la rampa. Qui è tutta un’altra storia: si arrampica benissimo e mi sento in totale armonia con l’ambiente in cui mi trovo. Dopo altri 30 metri raggiungo la sosta S3 con la corda (da 60) quasi finita. Mi fermo e recupero… La via procede piacevolmente lungo una fessura costeggiando sulla sinistra alte pareti; sulla destra, invece, gli affacci sul ghiacciaio sono splendidi. I passaggi, come detto, non vanno oltre il III grado. A volte si incontra un po’ di brecciolino e qualche tratto un po’ più esposto che arricchiscono la bellezza della scalata rendendola ancor più emozionante. Dopo altri 60 metri raggiungo la sosta S4, alla base della terrazza che taglia a metà la parete nord del Torrione Cambi.
Siamo tutti molto felici di essere qui… condividere simili sensazioni e passioni con persone di cui ti fidi e che, al tempo stesso, ti apprezzano rappresenta una enorme gratificazione. Lo scenario naturale in cui ci troviamo rende l’atmosfera perfetta… Riparto per quello che, quota alla mano, dovrebbe essere l’ultimo tiro. Salgo qualche metro e mi ritrovo dentro una fessura-camino che quasi ti abbraccia e protegge…
Salgo di slancio gustandomi ogni passo fino a raggiungere la Forchetta Gualerzi (2840 m). Sofia e Loris sono bravissimi, arrampicano spensierati e sorridenti mentre li fotografo dall’alto…
A questo punto ci tocca scendere per circa 40 metri lungo il versante sud: sotto di noi, piccolissimo, il bivacco Bafile. Ancora un piccolo sforzo: si passa sotto un masso incastrato,
si risale un canalino per circa 40 metri,
si devia a sinistra e, dopo un passaggio esposto seguito da altri 30 metri di facile arrampicata, si toccano i 2894 metri della Vetta Centrale (ore 11:45)!!!
Felici e orgogliosi per aver fatto qualcosa di speciale…
La discesa avviene in doppia lungo la via di salita. Come si vede dalla foto, il primo anello è posto direttamente in cima. Con una corda da 60 metri servono un paio di calate per raggiungere il masso incastrato (in realtà qualche tratto lo facciamo disarrampicando)
e sette calate per scendere dalla Gualerzi al ghiacciaio (soste rosse e blu della foto sopra).
Decisamente consigliabili, per ridurre le discese, due mezze corde da 60 metri. Alle 14:30 torniamo con i “piedi per terra” sulla morena del Calderone.
Complimenti reciproci e brindisi finale per festeggiare la salita (e la discesa) di una vetta pazzesca…
Grazie ragazzi, siete stati fantastici!