Punta Gnifetti (4554 m)
GRUPPO MONTUOSO: Monte Rosa
PUNTO DI PARTENZA: Staffal - Punta Indren (3278 m)
VERSANTE DI SALITA: S
DISLIVELLO IN SALITA: 1300 m
TEMPO COMPLESSIVO: 10 h
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 14 km
PERIODO CONSIGLIATO: Estate
PUNTI DI APPOGGIO: Capanna Gnifetti (3647 m) - Rif. Città di Mantova (3498 m)
TIPO DI PERCORSO: Alpinismo invernale
DIFFICOLTÀ: F+
DATA DELLA SALITA: 13 luglio, 2019
Venerdì 13/07/19, ore 02:00. Parto da Chieti con il mio amico Alessandro, destinazione Monte Rosa. Lui è di casa su questa montagna: ha già salito molte vette segnando anche delle belle imprese. Per me, invece, è la prima volta in questa zona della Valle D’Aosta, sono molto felice e al tempo stesso emozionato. Il viaggio scorre tranquillo; alle 09:30 raggiungiamo la località turistica di Staffal nel comune di Gressoney-La Trinitè dopo aver risalito la bellissima valle del Lys. Ci prepariamo con calma, gustiamo l’ennesima colazione di giornata, e ci prepariamo alla salita… in funivia.
Attraverso tre tronconi ci troviamo catapultati ai 3278 metri di Punta Indren. Alle 11:00 muoviamo i primi passi sull’omonimo ghiacciaio.
Il percorso inizia con un semplice traverso su neve che conduce ad uno sperone roccioso attrezzato con alcune corde di canapa.
Superato questo primo tratto intravediamo in alto la Capanna Gnifetti e in basso il rifugio Città di Mantova. Ce la prendiamo con calma, scattiamo qualche foto, beviamo e mangiamo qualcosa. Segue un secondo traverso su neve e di nuovo una parete attrezzata proprio sotto il nostro rifugio.
Poco prima delle 13:00 raggiungiamo i 3647 metri della Capanna Gnifetti, rifugio posto in una posizione superba ai piedi del ghiacciaio del Lys.
Il pomeriggio è dedicato al riposo per recuperare un po’ di energie dopo il viaggio odierno e prima dell’ascesa di domani. La quota si fa sentire… non avevo mai pernottato oltre i 3000 metri e fatico non poco a prendere sonno anche a causa di un leggero mal di testa. Ho sempre sentito parlare di mal di montagna ma non ne avevo mai provato gli effetti… spero che non sia così ma i sintomi ci sono tutti: inappetenza, nausea, cefalea. Mi ripeto e mi convinco di stare bene ma so che è falso. Arriva l’ora di cena: non riesco a mangiare quasi nulla. Meno male che ci pensa Alessandro a far fuori anche le mie porzioni… Che peccato non aver fame: la cena era ottima! Scappo in camera e mi metto al letto: crollo come un neonato. Dormo tutto d’un fiato per qualche ora. Quando mi sveglio sto meglio (non al top) ma è ancora troppo presto per alzarsi. Nel frattempo sulla finestra della nostra cuccetta rimbomba un vento impetuoso… Alle 04:30 suona la sveglia per la colazione. Ci prepariamo insieme a decine di altre cordate e, con tranquillità, mettiamo i piedi fuori dal rifugio. Mancano pochi minuti alle 06:00. Di nuovo un’altra brutta sorpresa: fa freddo (-2°C), Eolo non accenna a placarsi e, come se non bastasse, nevica! Alla faccia delle previsioni che davano bel tempo. Cerchiamo di restare ottimisti e partiamo.
La visibilità non è delle migliori ma il paesaggio lascia lo stesso senza fiato. Con passo lento e costante risaliamo il ghiacciaio con alcune serpentine volte ad evitare i numerosi crepacci. Fortunatamente la stagione è solo agli inizi per cui i ponti di neve reggono senza problemi. Con il passare del tempo le condizioni meteo migliorano; il vento e il freddo no. E’ persino fastidioso fermarsi per scattare qualche foto; togliersi i guanti provoca congelamenti quasi immediati. Meglio concentrarsi sulla salita e sulle infinite bellezze che ci circondano.
Passiamo ai piedi del Balmenhorn (con la statua del Cristo) e del Corno Nero,
prima di raggiungere il Colle del Lys (4252 m). Finalmente un po’ di sole per scaldarsi e per bere qualcosa.
Il panorama si apre: iniziano ad essere visibili tutti i grandi 4000 della zona, su tutti sua maestà Lyskamm…
Riprendiamo il cammino
traversando sotto le pareti di Punta Parrot…
Siamo ormai in vista dell’obiettivo di giornata, la Capanna Margherita, simbolo della Punta Gnifetti.
Il panorama è sempre più maestoso e affascinante! Nell’ordine: Cervino, Lyskamm, Zumstein, Dufour…
Manca poco… la fatica torna a farsi sentire. Ogni passo sembra infinito, la cima, vicina, irraggiungibile. Incitato da Ale mi ripeto che ormai è fatta. Ancora qualche minuto ed eccoci in vetta (ore 10:00)! Che emozione, siamo sulla quinta cima delle Alpi a 4554 metri…
Un bel thé caldo alla Capanna mi rigenera. A questo punto potrei salire anche altre cime ma il vento e la temperatura rigida (-7°C) ci invitano a tornare alla base. Uno sguardo, da lontano, al Bianco
e, dopo aver ripercorso tutta la discesa, al rifugio Città di Mantova…
Alle 15:00 siamo di nuovo a Punta Indren, stanchi ma felici e soddisfatti. Grazie Ale!
Le montagne sono sempre state metafora di obiettivi da raggiungere con sforzo, determinazione, costanza e sacrificio. Si lasciano camminare, attraversare, scalare, senza mai per questo lamentarsi o sentirsi offese. Restano mute al nostro passaggio, ma col loro silenzio ci insegnano a sentire il ritmo del respiro ad ogni passo, a guardarsi dentro e a riconoscere i propri limiti e le proprie possibilità.
Relazione scritta da Clem Clem
A parte il freddo intenso ed il vento forte, la salita sulla Punta Gnifetti resta la più affascinante delle Alpi.
Claudio complimenti per la relazione a dire poco fantastica.
Grandissimi!!! Complimenti, grande impresa. Relazione come sempre impeccabile.