Monte Cona da Frattura
GRUPPO MONTUOSO: Monti Marsicani
PUNTO DI PARTENZA: Frattura 1302 mt
VERSANTE DI SALITA: Vari
DISLIVELLO IN SALITA: 703 m
TEMPO COMPLESSIVO: 4 h
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 9,3 km
PERIODO CONSIGLIATO: Sempre
PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio Cona 1670 mt
TIPO DI PERCORSO: Escursionismo
DIFFICOLTÀ: E
DATA DELLA SALITA: 18 marzo, 2018
Per arrivare a Frattura occorre raggiungere prima Scanno attraversando le Gole Del Sagittario. Giunti a Scanno, dopo il lago, svoltiamo a sinistra risalendo una stradina con diversi tornanti, la cui parte asfaltata termina alla fine del paese di Frattura dove parcheggiamo.
Il paese di Frattura deve il nome alla frattura e successivamente alla frana, generatasi in epoca preistorica dal Monte Genzana, che sbarrò il fiume Sagittario formando così il lago di Scanno. Siamo a quota 1302 mt.
Sono le 8 e siamo pronti per iniziare questa uscita. L’obiettivo di giornata è quello di raggiungere il monte Cona, salire in cresta toccando le vette Rognone, Genzana e Serra Leardi. La squadra è composta da: Alessandro, Claudio, Giustino, Simonetta, Mimma e dallo scrivente Loris.
Le condizioni meteo purtroppo vanno verso un netto peggioramento e ci rendiamo conto che probabilmente il giro di oggi è di difficile realizzazione. Con tanta voglia partiamo e seguiamo un sentiero che in poco tempo ci porta al borgo di Frattura Vecchia (1210 mt).
Due cervi che al nostro passaggio battono in ritirata…
Il 13 Gennaio 1915 il terremoto della Marsica rase al suolo Frattura Vecchia, che a tutt’oggi è quasi disabitata.
Da qui proseguiamo in direzione N su un evidente sentiero fino ad un bivio dove svoltiamo a destra per risalire un costone in direzione della sorgente della Pietra Libertina. Da questo momento il sentiero non è ben evidente ma non ci sono problemi di orientamento, basta tenersi il fosso a destra.
Come da previsioni inizia a nevicare e man mano che passano i minuti l’intensità aumenta sempre di più, in aggiunta si alza anche il vento e saggiamente decidiamo di non seguire con precisione il sentiero ma ci buttiamo dentro il fosso. Qui il vento è alle spalle e proseguiamo senza alcun problema.
Alla quota di 1500 mt attraversiamo i resti di una valanga, probabilmente staccatasi durante le abbondanti nevicate del mese scorso, e proseguiamo in direzione NO verso il monte Cona.
La nevicata diventa molto intensa, il vento non permette di alzare troppo lo sguardo e dopo alcuni istanti ci troviamo di fronte un rifugio; sono le 10 e siamo a 1680 mt. Senza pensarci troppo vi entriamo subito e ristoriamo li per circa 50 minuti. Fuori sembra di stare in Siberia, vento fortissimo che ci crea anche difficoltà nell’aprire la porta del rifugio.
In questo memento decidiamo che non avrebbe alcun senso proseguire in direzione della cresta, le condizioni sono troppo proibitive e con GPS alla mano puntiamo diritti al Monte Cona (1694 mt) che raggiungiamo in pochi minuti. Sono le 11.
La distanza dal rifugio al monte Cona è veramente irrisoria, parliamo di appena 200 mt lineari ma ora sembrano chilometri. La neve entra ovunque, negli occhi, nelle tasche, in qualsiasi pertugio.
Rimanendo sempre vicini cominciamo a scendere di quota e con passo costante ritorniamo prima a Frattura Vecchia e successivamente alla macchina.
Relazione scritta da: Loris
Bravo Loris, bella relazione ricca anche di spunti culturali… Peccato per il vento, davvero insopportabile!